Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,una bimba canta la canzone antica della donnaccia quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.
E se alla sua età le difetterà la competenza presto affinerà le capacità con l'esperienza dove sono andati i tempi di una volta per Giunone quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.
Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo.
Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere per dimenticare d'esser stati presi per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia col vino forte porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte.
Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone forse quella che sola ti può dare una lezione
quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie.Quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie.
Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette
quando incasserai delapiderai mezza pensione diecimila lire per sentirti dire "micio bello e bamboccione".
Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli.In quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori
lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.
Se tu penserai, se giudicherai da buon borghese li condannerai a cinquemila anni più le spese ma se capirai, se li cercherai fino in fondo se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo.
domenica, maggio 28, 2006
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
grande Fabrizio.
L'unico veramente grande.
Quando morì mi ricordo benissimo dov'ero e che facevo.
Erano gli anni dell'università, ero a casa e mi ero alzata da poco. Fuori pioveva e il cielo era grigio. Facevo colazione e mio fratelllo mi disse: "daria...è morto De Andrè..."
Mi vengono i brividi ancora adesso a pensarci.
Piansi. Piansi tutto il giorno, come fosse stato un amico di tanti anni, un aprente. Ci chiamavamo con mia madre e con altri amici come per farci le condoglianze.
Da quel giorno siamo tutti più poveri.
ho consciuto il faber in ritardo.ormai non c'era già più.volume3 il mio primo cd.canzoni il mio prefirito.storia di un impiegato tra quelli tematici.
ho sempre pensato che questa canzone fosse stata scritta per me ed i miei amici,ma solo dopo l'ultimo weekend a casa ho capito quanto realmente descriveva il mio paesello.
fabrizio è immortale,gli angeli invidiosi volevano appagare le loro menti e le loro orecchie.
Posta un commento